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Formazione forestale in Italia – approfondimento

A cura di Enrico Marchi (Università degli Studi di Firenze), Francesco Neri (Università degli Studi di Firenze) e Stefano Grigolato (Università degli Studi di Padova)

Introduzione

Le utilizzazioni forestali rappresentano lo strumento che attua la gestione forestale. La corretta conduzione delle utilizzazioni forestali deve necessariamente passare dalla capacità degli operatori boschivi nell’applicare, in sicurezza e con sistemi a basso impatto ambientale, le migliori e più idonee tecniche e metodologie di lavoro più adatte alla situazione specifica.

Nonostante la rilevante importanza riconosciuta all’operatore forestale, in Italia questa figura è stata definita in modo chiaro soltanto nel 2016 con la Norma UNI 11660:2016 “Attività professionali non regolamentate – Operatore forestale – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”. Questa norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale dell’operatore forestale, ossia del soggetto professionale operante nell’ambito delle attività di utilizzazione forestale nel comparto della filiera bosco-legno- energia e utilizzazione nell’arboricoltura. Detti requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche identificati, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.

La formazione degli operatori forestali in Italia

Tradizionalmente, a livello nazionale, accanto ad operatori ben preparati che hanno volontariamente accresciuto la propria professionalità con percorsi qualificanti, lavorano anche operatori improvvisati che hanno intrapreso questo lavoro senza alcuna preparazione in merito agli aspetti tecnico-operativi, di salute e sicurezza del lavoro, normativi e di protezione ambientale.

Tra questi due estremi esiste una vasta gamma di situazioni intermedie di professionalità che variano casualmente in base all’esperienza personale o alle occasioni avute di collaborazione con operatori più esperti. Questa situazione nasce da una visione superata del lavoro forestale, che in passato (fino agli anni ’50’60 del secolo scorso) era caratterizzata da un uso di attrezzature semplici e da molto sforzo fisico. Tuttavia, oggi il lavoro forestale è molto mutato ed è caratterizzato dall’uso di macchine complesse, che richiedono conoscenze specifiche approfondite.

I rischi legati alle utilizzazioni forestali sono dovuti sia alle macchine e alle attrezzature utilizzate ma anche all’ambiente di lavoro, che implica fattori di rischio non comuni.

Quindi, operatori impreparati e improvvisati non sono in grado di garantire un adeguato livello di professionalità e costituiscono spesso un pericolo per sé e per le altre persone che lavorano sullo stesso cantiere. A questo si aggiunge che la mancanza di una formazione adeguata porta alla mancata applicazione dei principali criteri di sostenibilità delle operazioni forestali, e quindi ad una qualità del lavoro in bosco non sempre idonea e confacente alle esigenze di perpetuità e valorizzazione delle foreste. La scarsa formazione degli operatori comporta, inoltre, una ridotta competitività delle imprese e delle attività forestali italiane rispetto a quelle delle imprese di altri Stati europei o singole regioni meglio organizzate nel campo della formazione.

La formazione degli operatori forestali si è sviluppata a partire dagli anni ’80 del secolo scorso in alcune Regioni e Provincie Autonome del nord Italia ma in molte altre realtà è spesso rimasta un’attività occasionale non strutturata e non sviluppata in modo sistematico.

In particolare, al nord ci sono 4 Regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna) che hanno codificato percorsi formativi professionali in campo forestale coerentemente con il sistema della formazione professionale; altre (Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento, Bolzano e Toscana) hanno percorsi formativi forestali fuori dal sistema della formazione professionale, anche se alcune stanno comunque provvedendo ad una loro standardizzazione. Tra tutte queste realtà (tranne Toscana e Bolzano) esiste già un quadro di reciproco riconoscimento. Nel centro e sud Italia non risultano essere presenti iniziative formative professionali in campo forestale promosse e coordinate dalle Regioni, quanto piuttosto attività frutto dell’iniziativa di singoli soggetti (imprese e datori di lavoro pubblici), prevalentemente focalizzate sull’adempimento degli obblighi in materia di sicurezza (con particolare riferimento agli articoli 37 e 73 del d.lgs. 81/2008). Alcune Regioni (Marche, Basilicata) hanno da poco standardizzato la figura professionale dell’operatore forestale, ma non risultano essere attivati corsi per il conseguimento di tale qualifica.

BOX di approfondimento: riferimenti Regioni e Provincie autonome
Regione Piemonte – LINK
Regione Lombardia – LINK
Regione Veneto – LINK
Regione Emilia-Romagna – LINK
Provincia autonoma di Trento – LINK
Provincia autonoma di Bolzano – LINK

Con il Decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34 (Testo unico in materia di foreste e filiere forestali – TUFF) che costituisce la legge quadro di indirizzo e coordinamento in materia di selvicoltura e filiere forestali, gli aspetti legati alla formazione degli operatori forestali sono stati rivalutati e sono stati trattati in uno specifico decreto attuativo. Infatti, Il D.M. n. 4472 del 29 aprile 2020 è inerente alla “Definizione dei criteri minimi nazionali per la formazione professionale degli operatori forestali”. Con questo decreto attuativo vengono previsti per la prima volta a livello nazionale i requisiti minimi in merito alla formazione degli operatori forestali che consentiranno di ottenere una standardizzazione minima degli operatori lungo tutta la penisola.

Progetto For.Italy – Formazione forestale per l’Italia

Il progetto For.Italy si fonda sulla collaborazione tra le diverse Regioni italiane e rappresenta il primo ed importante risultato della cooperazione interistituzionale attivatasi grazie al Testo Unico in materia di foreste filiere forestali (D.lgs. 34/2018). Il progetto, che vede coinvolte le Regioni Piemonte (capofila), Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto ed è stato condiviso da tutte le altre, vuole proporre a livello nazionale le migliori e più efficaci iniziative che hanno localmente contribuito alla definizione di un settore forestale riconosciuto dalla società e maggiormente consapevole del proprio ruolo, con l’obiettivo di supportare il recepimento su tutto territorio nazionale del Decreto Ministeriale sulla formazione forestale (D.M. 4472 del 29.04.2020) e favorire un’efficace attuazione delle misure cofinanziate con il fondo FEASR per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027. Nell’ambito del progetto, a partire dal 2021, sono stati realizzati 6 cantieri dimostrativi e informativi (Nord, Centro Nord, Centro, Sardegna, Sud e Sicilia) sulla formazione forestale e 7 corsi di formazione per Istruttori forestali di abbattimento ed allestimento (Nord, Centro Nord, Centro, Sardegna, Sud 1, Sud 2 e Sicilia) con l’obiettivo di formare 90 nuovi istruttori forestali che potranno essere impiegati su tutto il territorio nazionale nella realizzazione dei corsi di formazione in ambito forestale promossi dalle Regioni e dalle Province Autonome.

Alcune iniziative di collaborazione transfrontaliera

Tra le iniziative di collaborazione transfrontaliera per il riconoscimento delle qualifiche forestali e per la definizione di standard comuni si segnalano:

  • Eduforest che é una piattaforma di cooperazione permanente tra centri di formazione forestale che permette di condividere esperienze e studi;
  • la pubblicazione nel 2011 da parte dell’UNECE/FAO della guida “Guide to good practice in contract labour in forestry” che presenta le best practices in termini di contrattualizzazione delle operazioni forestali con lo scopo di uniformarne i metodi a livello europeo;
  • ConCert, studio sviluppato nell’ambito di un progetto europeo finanziato dal programma Leonardo che, utilizzando come base le best practices individuate nella guida UNECE/FAO, definisce uno standard di competenze per le imprese forestali;
  • EFESC, l’European Forestry and Environmental Skill Council che è un’associazione creata nel 2011 con lo scopo di diffondere sistemi di certificazione delle competenze in campo forestale a livello europeo con l’introduzione dello standard ECC (European Chainsaw Certificate – patentino europeo della motosega) che mira a costituire il riferimento comune a livello europeo per le competenze di base necessarie per operare con sicurezza ed efficacia nelle operazioni di utilizzazione forestale: abbattimento, sramatura e depezzatura con la motosega.
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